Welfare
Immigrati in veneto, lintegrazione entra in un patto
Parte in Veneto la prima sperimentazione in Italia di un patto tra società e immigrati, di Davide Nordio
di Redazione
Parte in Veneto la prima sperimentazione in Italia di un ?patto? tra società e immigrati che, pur ricordando il modello francese per il conseguimento del permesso di soggiorno, si differenzia in quanto mira essenzialmente a facilitare l?integrazione dei ?nuovi? cittadini nel tessuto sociale veneto. Il Patto d?accoglienza e di integrazione – questo il nome ufficiale – è la principale novità del piano triennale sull?immigrazione, recentemente approvato dal Consiglio regionale del Veneto con il voto favorevole di maggioranza e opposizione. Un piano che, come sottolinea l?assessore ai Flussi migratori, Oscar De Bona, «è centrato sull?obiettivo integrazione-sviluppo-qualità della vita nella seconda regione italiana per numero di immigrati», superando quindi una visione di emergenza per un fenomeno che ormai deve considerarsi strutturato nel territorio.
Il patto prevede un impegno formale dell?immigrato a rispettare la Costituzione italiana, le leggi e le norme che tutelano i diritti umani. In cambio la Regione mette a disposizione una serie di strumenti, soprattutto formativi, che faciliteranno il rapporto con la nuova realtà sociale. Quindi formazione linguistica per l?apprendimento dell?italiano, ma anche ?nozioni? su tematiche quali la casa, la salute, il lavoro. E un manuale sul Veneto, che ne illustra la storia e le caratteristiche. Un processo che avverrà secondo il principio di sussidiarietà tra istituzioni e associazioni presenti nel territorio, soprattutto con quelle degli immigrati, a cui sarà affidato l?importante ruolo di essere uno degli ?ingranaggi? nel processo di integrazione.
Il piano triennale 2007 – 2009 prevede anche novità in tema di politiche dell?abitazione. Sempre nell?ottica di considerare ormai l?immigrazione come una dinamica normale, viene accantonata la soluzione delle case per immigrati a favore dell?housing sociale, in cui sono previsti interventi per tutte le fasce deboli, indipendentemente dalla cittadinanza. Inoltre, visto che la principale causa dell?immigrazione è l?occupazione lavorativa, grande attenzione verrà data alla formazione circa la sicurezza e circa la normativa dei rapporti di lavoro, mentre continuerà anche l?esperienza dei percorsi di accompagnamento che iniziano già nel Paese d?origine. Parlando del piano triennale per l?immigrazione, è quasi inevitabile parlare anche della nuova legge regionale in materia la cui discussione sembra essere prossima: «Puntiamo», conclude De Bona, «al superamento della legge attuale, in vigore da 17 anni quando c?erano 20mila cittadini extracomunitari nel Veneto. Già alla fine del 2005 gli immigrati regolari erano 320 mila, con un aumento di circa 33mila unità rispetto all?anno precedente, ma le regolarizzazioni nel corso del 2006 indicano che le presenze straniere sono già circa 400mila».
Info: www.venetoimmigrazione.it – www.regione.veneto.it
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